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Lebbrosario di Ganta (Liberia)
Poilon ha contribuito alla riabilitazione del lebbrosario e centro di cura della tubercolosi di Ganta, gestito da Suore della Consolata, gravemente danneggiato dalla guerra civile.
Sono stati forniti utensili ai lebbrosi per la lavorazione di oggetti di artigianato realizzati in legno che serviranno all’autosostentamento dei lebbrosiSe si interviene tempestivamente seguendo con rigore un ciclo terapeutico, che dura molti mesi, la lebbra è curabile. Se invece, il morbo di Hansen, come è anche chiamata questa patologia, è trascurato si hanno esiti invalidanti irreversibili: perdita della sensibilità agli arti, cecità, lesioni gravi alle mani, ai piedi e alla pelle.
Per questo, nel Ganta Leprosy Rehabilitation Center (Ganta Rehab), dove lavorano da diversi anni le suore della Consolata, molti dei 320 pazienti sono disabili. Parecchi di essi hanno subito l’amputazione degli arti inferiori e si muovono solo in carrozzella; altri camminano con il passo insicuro del cieco o della persona che ha perso l’integrità degli arti inferiori; moltissimi hanno le mani rattrappite o dei moncherini al posto delle
braccia; qualcuno ha perennemente una parte del corpo protetta da bende; tutti per la perdita della sensibilità, che altera la percezione del contatto fisico con la materia, hanno molte difficoltà a svolgere un lavoro.
Tutti coloro che vivono al Ganta Rehab, che hanno un minimo di autonomia nell’usare gli arti, svolgono con impegno un lavoro retribuito che li fa sentire utili, capaci, apprezzati dalla collettività e che offre loro la possibilità di disporre di quanto guadagnano per far fronte alle piccole spese personali e della famiglia.
Le attività svolte dai lebbrosi sono svariate, vanno dall’artigianato, alla pulizia degli ambienti, ai lavori agricoli, al volontariato nel servire coloro che non possono più muoversi dalle loro camere.
Tra gli artigiani si trovano intagliatori del legno, tessitori di rafia, lavoratori di cuoio, specialisti del cucito. Ed è grazie a Poilon che numerosi malati hanno potuto imparare un lavoro e trovare così non solo un sostentamento economico, ma attraverso un piccolo lavoro anche un ruolo nella società.
Gli educatori sanitari, si preoccupano di insegnare a tutti gli accorgimenti necessari per non aggravare la situazione di disabilità e prevenirla.Un volontariato praticato dagli artigiani e dagli «agronomi» è quello di preparare i nuovi arrivati e metterli in grado di continuare il loro lavoro. È interessante vedere come tutti accolgono bene i nuovi pazienti aiutandoli a superare il trauma di essere lebbroso con il mostrarsi disponibili ad insegnare un mestiere che permetterà al malato di affrontare il futuro con dignità.Il ciclo terapeutico per la cura degli hanseniani, che non hanno altre complicazioni, dura circa 18 mesi, un tempo sufficiente per imparare un mestiere. Ai pazienti dimessi la comunità offre un finanziamento per poter iniziare l’attività in proprio. Questo favorisce il reinserimento nel clan familiare e dà coraggio agli ex-hanseniano che possono mantenere in modo dignitoso la propria famiglia.
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